Gli Shorts hanno trasformato il modo in cui YouTube viene utilizzato dagli utenti.
Introdotti nel 2020, questi video brevi in formato verticale si sono imposti come contenuto rapido, mobile-friendly, pensato per la scoperta immediata.
Ma possono davvero aiutare in ottica SEO?
È possibile usarli per posizionarsi su keyword specifiche e intercettare traffico organico qualificato?
In questo articolo analizziamo cosa sono gli Shorts, come si differenziano dai video lunghi, che peso hanno nella SEO di YouTube, e come possono (o non possono) essere utilizzati in una strategia di contenuto efficace.
Cosa sono gli YouTube Shorts
Gli YouTube Shorts sono video verticali della durata massima di 60 secondi e minima di 15 secondi.
Nascono per favorire la fruizione veloce da mobile e sono mostrati in un feed dedicato, con uno scrolling continuo simile a quello di TikTok o Instagram Reels.
Il loro obiettivo principale non è l’approfondimento, ma la scoperta immediata, spesso passiva, di contenuti di intrattenimento o informazione light.
Shorts e video lunghi: quali sono le principali differenze
Comprendere come YouTube tratta i due formati è indispensabile per prendere decisioni strategiche.
YouTube Shorts | Video lunghi | |
---|---|---|
Durata | Max 60 secondi, min 15 secondi | Da pochi minuti a ore |
Formato | Verticale | Orizzontale |
Contesto | Scroll passivo | Ricerca attiva |
Feed | Dedicato (Shorts) | Home, Ricerca, Suggeriti |
Obiettivo | Visibilità rapida | Posizionamento duraturo |
Tempo di visualizzazione | Basso | Alto |
Coinvolgimento | Superficiale | Approfondito |
Relazione con l’utente | Debole | Solida |
Capacità di generare lead | Limitata | Elevata |
Valore SEO | Molto basso | Alto |
Gli Shorts offrono rapidità, numeri e amplificazione, ma non favoriscono un posizionamento stabile o conversioni dirette.
Shorts e SEO: cosa c’è da sapere
A livello SEO, YouTube distingue chiaramente tra Shorts e video lunghi.
Anche se i video brevi vengono indicizzati, non sono considerati prioritari nei risultati di ricerca, e solo raramente vengono mostrati in alto tra i contenuti suggeriti per una determinata query.
In altre parole:
- I video lunghi rispondono a ricerche specifiche e si posizionano sulle keyword.
- Gli Shorts sono contenuti di passaggio che l’utente consuma senza cercarli.
L’algoritmo, inoltre, testa costantemente la reazione dell’utente. Se un contenuto viene guardato interamente, viene associato a quella keyword. Ma gli Shorts, per la loro natura, non permettono lo stesso tipo di “lettura” comportamentale: scorrono, vengono abbandonati in fretta, spesso non generano interazioni reali.
Il tempo di visualizzazione, che è uno dei segnali più forti per la SEO su YouTube, non gioca a favore di questo formato.
In altre parole: gli Shorts non generano posizionamento stabile su keyword di ricerca. Possono comparire nei risultati, ma non rappresentano un contenuto SEO efficace nel medio-lungo periodo.
Ottimizzazione degli Shorts
Anche se gli Shorts non sono strumenti SEO in senso stretto, è comunque utile ottimizzarli correttamente per facilitarne la distribuzione nel feed dedicato e migliorarne la classificazione.
I principali elementi su cui intervenire sono:
- Titolo – Deve contenere la parola chiave.
- Miniatura – Anche se spesso generata automaticamente, può contenere parole visibili e coerenti.
- Nome del file video – È utile salvare il file con il titolo ottimizzato.
- Descrizione – Inserire testo che includa keyword rilevanti, in modo naturale.
- Hashtag – Da 3 a 8, ben selezionati e ordinati per rilevanza.
- Tag video – Anche se meno influenti di un tempo, restano utili per rafforzare il contesto.
- Sottotitoli automatici – YouTube genera una trascrizione automatica: verifica che le parole chiave siano correttamente interpretate.
- Keyword nel parlato – Più una parola chiave viene pronunciata chiaramente, più è facile che venga riconosciuta e associata al contenuto.
Come usare gli Shorts all’interno di una strategia efficace
Gli Shorts non sono contenuti SEO-oriented, ma possono essere funzionali se inseriti in modo consapevole all’interno di un piano editoriale coerente.
Ecco alcune indicazioni utili:
- Usali per aumentare la copertura e intercettare utenti che non ti conoscono.
- Sfruttali per testare idee o format prima di produrre un video lungo.
- Inseriscili in un funnel di contenuto: ad esempio, uno Short introduce un tema che viene sviluppato nel video lungo correlato.
- Rendi riconoscibile il collegamento tra Short e video di approfondimento: stesso titolo, parole chiave allineate, descrizione che rimanda.
Importante: non sostituire i contenuti lunghi con gli Shorts, ma falli coesistere con obiettivi diversi.
Gli short possono aiutarti a catturare l’attenzione di nuovi utenti e portarli sul tuo canale.
Monitoraggio e valutazione dei risultati
Per valutare l’efficacia SEO della tua presenza su YouTube, non puoi basarti solo sulle visualizzazioni degli Shorts.
Occorre monitorare:
- la posizione nei risultati di ricerca per le keyword strategiche,
- il tempo medio di visualizzazione dei video lunghi,
- le fonti di traffico (YouTube Search vs Feed Shorts),
- la generazione di iscrizioni o conversioni.
Un buon metodo consiste nel definire un elenco di query target e verificare periodicamente la posizione dei tuoi contenuti associati.
Gli Shorts rappresentano un contenuto utile all’interno di una strategia video, ma non sostituiscono una strategia SEO solida su YouTube.
Il loro ruolo è quello di amplificare la visibilità a breve termine.
Non servono per posizionarsi su keyword specifiche, né per costruire relazioni continuative o generare conversioni.
Se l’obiettivo è posizionarsi per query specifiche, costruire autorevolezza e intercettare traffico qualificato da ricerca, l’unica via solida è lavorare su video lunghi ben ottimizzati.
Gli Shorts fanno numero.
In una strategia efficace, servono entrambi.
FAQ sugli shorts
Gli Shorts aiutano a posizionarsi su YouTube?
No, non sono adatti per posizionarsi su keyword specifiche. Sono pensati per il feed, non per la ricerca.
Possono comparire nei risultati di ricerca?
Sì, ma è raro. I video lunghi restano preferiti dall’algoritmo per risposte a query mirate.
Vale la pena ottimizzare gli Shorts?
Sì, ma con aspettative corrette. L’ottimizzazione serve a migliorare la distribuzione nel feed, non il ranking SEO.
Cosa funziona meglio per la SEO su YouTube?
Contenuti lunghi, costruiti su ricerche reali e ottimizzati su titolo, descrizione, parlato e tempo di visualizzazione.
Gli Shorts servono in una strategia video?
Sì, se usati per aumentare copertura e visibilità. Non sostituiscono i contenuti approfonditi.